" Molti, troppi, sono gli interessi privati in gioco; ma, appunto per questo, è doveroso aprire gli occhi.
Sono tre i poteri occulti mondiali che esercitano una dittatura sulla salute e sulla medicina:
le multinazionali farmaceutiche, con i loro brevetti;
le lobbies accademiche, con le loro prebende e i loro privilegi;
le banche e le loro emanazioni mascherate, ossia le fondazioni per la ricerca scientifica e culturale.
(..) Sono loro a spartirsi la colossale torta del mercato della salute, grazie a un sistema di controllo capillare perfettamente organizzato, ma aberrante, che ha creato una funesta distorsione intellettuale: invece di puntare all’acquisizione dei principi che conservano la salute e prevengono la malattia, questi tre poteri consolidati, che agiscono in sincronia, fanno sì che l’attenzione venga spostata sulla malattia stessa e sulla pretesa crociata contro di essa: crociata che, in realtà, serve ad alimentarla.
(..) La classe medica di formazione accademica svolge, in questo sistema aberrante, il ruolo della bassa manovalanza: anch’essa non avrebbe nulla da guadagnare e tutto da perdere da una diversa impostazione delle problematiche relative alla salute. Per questo i suoi membri si sono costituiti in casta chiusa e hanno chiesto e ottenuto l’interventi delle leggi e dei tribunali per mettere al bando ogni possibile forma di concorrenza: il tutto, si capisce, dietro il nobile paravento della difesa dell’ingenuo cittadino, minacciato da praticoni, maghi e ciarlatani.
(..) Quello della malattia è, probabilmente, il maggiore business a livello mondiale, anche perché si autoalimenta continuamente.
Gli effetti collaterali dei farmaci di sintesi e le malattie iatrogene, proliferanti dalla impostazione invasiva, farmacologia e chirurgica, della medicina ufficiale, garantiscono possibilità di profitto pressoché inesauribili: risolto un problema per la salute del paziente, ecco che ne sorge un altro, di natura organica o di natura psichica; ed ecco la necessità di nuovi interventi, di nuove sostanze chimiche, di nuovi psicofarmaci, ansiolitici e antidepressivi.
(..) il punto è che, in una società che si pretende democratica, ogni persona dovrebbe avere il diritto di scegliere liberamente come curarsi e a chi affidarsi, invece di essere praticamente costretta a mettersi nelle mani di un sistema sanitario, specialmente pubblico, che si ispira ad una sola filosofia e che è irreparabilmente compromesso con interessi finanziari tutt’altro che limpidi. (..)
Molti, troppi, sono gli interessi privati in gioco; ma, appunto per questo, è doveroso aprire gli occhi.
(..) Riappropriarsi della propria salute, potendo contare su un sistema sanitario pluralista e su un orizzonte culturale inclusivo di tutte le filosofie mediche, e non limitato ad una soltanto, è, dunque, per ogni persona capace di libertà di giudizio, un obiettivo fondamentale, non solo nell’ambito specifico della guarigione dalle malattie, ma, più in generale, in quello dell’assetto democratico della società, che passa necessariamente attraverso una netta separazione fra gli interessi economici privati e le istituzioni mediche preposte alla tutela del bene comune.
È strano che si parli così poco di questo problema, da parte dei nostri intellettuali, dei nostri amministratori e dei nostri uomini politici;
ed è strano che l’opinione pubblica, talvolta così sensibile a delle questioni di secondaria importanza,
sia poi così distratta rispetto ad esso, che investe in prima persona ogni singolo cittadino e da cui dipende la trasparenza dell’intero sistema economico, politico e sociale. (..)
di Francesco Lamendola - 15/07/2014 - Fonte: Arianna editrice
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Chi, come me e milioni di persone nel mondo, si cura con l'omeopatia e con, in genere, tutte le terapie olistiche e naturali, soffre da sempre sotto molti aspetti e giornalmente di questo enorme divario, incompatibile con la vera salute, con la prevenzione, con l'economia di ogni famiglia, con disposizioni giuste e con le libertà individuali; 😑
oggi questo viene fuori in modo evidente, in tutta la sua asprezza ma va a toccare anche gli altri individui, quelle persone, cioè, che si sono sempre lasciate nelle mani della medicina ufficiale. Noto infatti un enorme avvicinamento al naturale da parte di molte persone prima troppo offuscate dall'aspetto istituzionale e scontato della salute nella società nonché passive di fronte alla propria dimensione di paziente.
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L'APPELLO DEL PROF. LAMENDOLA
La "Carta di Venezia": l'Appello del filosofo prof. Francesco Lamendola. Nell’ora della “Buona battaglia”: per uscire dall’ipnosi e far rinascere l’uomo nuovo, l’uomo spirituale, che ha fame e sete di "verità" Novotel, Venezia-Mestre, 17 luglio 2021
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