Tutti vogliamo che le cose restino uguali, accettiamo di vivere nell’infelicità perché abbiamo paura dei cambiamenti, delle cose che vanno in frantumi, ma io ho guardato questo posto (le rovine dell'Augusteo a Roma), il caos che ha sopportato, il modo in cui è stato adoperato, bruciato, saccheggiato, tornando poi a essere se stesso e mi sono sentita rassicurata. Forse la mia vita non è stata così caotica, è il mondo che lo è, e la sola vera trappola è restare attaccati ad ogni cosa.
Le rovine sono un dono. La distruzione è la via per la trasformazione. Anche in questa città eterna l’Augusteo mi ha dimostrato che dobbiamo sempre essere preparati a ondate infinite di trasformazioni. (..) ”
Elizabeth Gilbert
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Si. Impariamo dalle nostre "personali rovine" anziché averne paura, osserviamole prima di evitarle, prima del rifiutare di vederle, prima di demonizzarle, di allontanarle, di metterle contro di noi, prima di soffrire troppo per ciò che è stato, rovinato e perduto.
Impariamo a percepire i cambiamenti e le perdite in modo diverso, a sfruttarle per il nostro giovamento, riviviamole in noi stessi, penetriamole, metabolizziamole e trasformiamole in un'arma positiva che ci possa difendere dall'allontanamento da noi stessi.
Difendiamoci dalla visione catastrofica rappresentata da ogni perdita e finalmente comprendiamo, accettando serenamente, che la vita è trasformazione continua.
Apriamoci a queste "ondate infinite di trasformazioni" come ci si apre ad un nuovo gioco, con curiosità e desiderio di viverlo con entusiasmo fino alla sua prossima fine - e successiva rigenerazione.
**le immagini di questo articolo sono foto scattate da me direttamente dal video - film "Mangia prega ama"
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