Ironico appello alla categoria
Artigiani e artisti ( ed ulteriori categorie di non lavoratori "fissi-annoiati") , vi toccherà seguire la prescrizione dantesca del ..lasciate ogni speranza,voi ch'entrate ,, visto che le "entrate", già viste fino ad oggi con lente d’ingrandimento, non si vedranno da ora in poi !!!
Abbandonate ogni sorta di parvenza di occupazione, di fatica inutile per soddisfare una clientela ridotta alla fame come voi .
Se crei con le mani, se ami l’arte, se sei e sei stato un'artigiano, lascia ogni speranza fuori dal tuo negozietto o dal tuo banco al mercatino, dal tuo studio, dal tuo proporti come una persona con ingegno , e disdici impegni di lavoro, poiché ugualmente non vivrai più sotto questa atmosfera di mannaia che verrà posta lì sospesa su chi lavora con le mani e con la creatività e su chi ama il proprio lavoro artigianale e lo pratica con passione ed onestà .
Ti deprimerai vedendo fuori dalla tua porta la finanza che vigila come fossi un delinquente, pronta a pizzicarti per ogni piccolo passo falso, per ogni cedimento ad uno sconto o ad un'ennesimo prezzo basso in più che praticherai per poter lavorare e in tal modo comprare libri a tuo figlio;
o per ogni tua preghiera al cliente di non denunciarti se lo informi che il pagamento dovrà effettuarsi in contanti al fine di poter applicare quel prezzo ad un lavoro che equivale ad identica tua fatica, ma che Loro ( lo stato) aspettano con il sogghigno di chi ti "pizzica" in flagrante come se fossi TU la Ragione Prima della crisi economica mondiale e la fonte di denaro facile da cui attingere per risolvere il Loro debito e riparare ai Loro danni .
Non partecipare a quello che è il vitale scambio di dare-avere sociale, poiché daresti soltanto .. acido lattico dai tuoi muscoli, alti livelli di prolattina da stress, progetti da rottamare e sogni consegnati senza fattura né ricevute di ritorno.
Crea per puro piacere, per te solo e per chi apprezza il tuo operato .
Per il guadagno, .. bè ingegnati ! o scegli fra queste poche soluzioni.
Non attendere la pensione, (da ridere, e piangere, e così lontana da arrivare ad usare occhiali correttivi per vederla ), pensione con cui potrai acquistare soltanto pochi chili di zucchine arrivate alle stelle, qualche ora di permanenza in un’introvabile parcheggio davanti allo studio del medico specialista dove ti curerai salatamene per riparare ai danni delle intossicazioni da polveri accumulate in anni di lavoro, un vestito usato dalla bancarella e una brandina quale regalo a tua sorella per poterla sistemare a dormire a casa tua così da dividere le spese di affitto .
Lascia il lavoro e ..mettiti in politica, oppure ruba (azioni che ancora oggi si equivalgono), e crea nei ritagli di tempo.
Cedi il tuo affascinante, magico locale del centro storico, quello con i soffitti a volta, i dipinti sui muri e l’odore di antico, in quanto serve come garconierre al personaggio illustre e con le tasche gonfie, talmente gonfie di denaro e brama da non guardare in faccia l’aspetto architettonico e di tradizione della città, né il calore dell’atmosfera artigianale dal sapore millenario per le vecchie strade del centro di una città che ha sempre vissuto di quel fermento .
Lascia che l’Italia, nazione che si basava sul turismo, sull’arte e sull’artigianato, faccia a meno di te, diventando in tal modo una nazione popolata soltanto da ladri, da politici, dai vip dei media, da furbi ammanicati sempre e comunque, da aziende megagalattiche che, come un grande supermercato, fagocitano lo storico pizzicagnolo all’angolo, da impiegate/i strozzati dal basso stipendio, e da casalinghe/i coatti i quali, se hanno idee nuove ed originali, le dovranno sopprimere e congelare nella propria testa tornando a lavare piatti e panni.
Oppure emigra. Di nuovo.
Se .. non inventeranno una legge che vieta l’espatrio, legge che creerebbero per non perdere e veder fuggir via tutti gli schiavi che costruiscono la loro piramide.
Uniche possibilità di sopravvivenza, peggio di prima da oggi in poi.
Caro artigiano ti scrivo , .. ma non ascoltarmi. Combatti.
Sempre tua
G.
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